Rinaldo De Benedetti alias Didimo - Sagredo, Il Romanzo di Catullo

Rinaldo De Benedetti
Didimo - Sagredo

Il Romanzo di Catullo

Presentazione di Luca Serianni

Collana «LED Bibliotheca»
15 x 22 cm – pp. 138 – 2021 – € 25,00
ISBN 978-88-5513-045-5

Il Galileo. Mensile di scienza – tecnologia – politica – cultura (2022), Recensione di Adriana Giannini

La storia è qui narrata di un giovane provinciale di più di duemila anni fa, Catullo di Verona, in cerca di fortuna nella grande Roma; una storia in larga misura d’amore, che ci stupisce ancor oggi per la sua tormentata freschezza e la sua attualità.

Questo Romanzo di Catullo, pubblicato ora per la prima volta, contiene circa una metà dei componimenti del poeta veronese, distribuiti in una sequenza che si propone di ricostruire una «“vita di Catullo” o meglio una “presentazione di Catullo”, poiché il poeta è presentato al lettore insieme con la sua poesia, cioè insieme a quello che più ci interessa di lui». È una scelta, questa, che rende estremamente godibile la lettura del testo: un racconto che mette al centro Catullo, con la sua giovanile esuberanza e con le sue non dissimulate emozioni, ma agganciando il discorso alle poesie, sia nell’originale sia nell’efficace traduzione di De Benedetti. Catullo è in effetti, tra i poeti latini, quello che gode anche oggi di popolarità presso gli studenti liceali, verosimilmente consonanti con uno dei carmi più famosi, il V, col suo invito a Lesbia a non curarsi del «brontolar dei vecchi / Troppo severi» e ad abbandonarsi all’amore («Or mille baci / Dammi e poi cento e poi ancora mille …»). Dalla Presentazione di Luca Serianni.

SOMMARIO: Presentazione, Luca Serianni – Introduzione, Rinaldo De Benedetti – 1. Anni sereni – 2. L’amor felice – 3. Intermezzo veronese – 4. Il ritorno di Lesbia – 5. Rivali – 6. Deliri – 7. Il viaggio bitinico – 8. Gli ultimi canti – Elenco dei carmi di Catullo, tradotti e commentati – Indice dei nomi in latino – L’Autore.

Rinaldo De Benedetti (alias Didimo o Sagredo) (1903-1996) è stato un pioniere della divulgazione scientifica. Ingegnere (Torino 1926), emigra in Francia. Disegnatore alla C.G.E. di Milano, nel 1930 è licenziato per non aver voluto prendere la tessera del partito. Impiegatosi alla Treccani, con le leggi razziali viene incaricato da Aldo Garzanti di progettare e dirigere, di nascosto perché ebreo, le ‘Garzantine’. Sul Corriere spiega l’atomica nell’agosto del ’45. Collabora al Corriere fino al ’53 e poi alla Stampa fino al ’96. Dai suoi vent’anni non si spense mai in lui una tenace vocazione letteraria, della quale ricordiamo, in poesia, Modi Antichi e Sonetti Vespertini, e in prosa, Le storie di Alazor e Memorie di Didimo.

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