Quando si è di fronte a un testo antico, scritto in greco o in latino, raramente si pensa ad esso come a un testo, appunto. Un testo arrivato fino a oggi, tramandato attraverso un lungo e più o meno tortuoso percorso, e che ora appare agli occhi del lettore come scritto in un determinato modo e non in un altro, con quelle parole e non con altre, predisposte in quell’ordine e non in un altro, per il concorrere di molteplici fattori: filologici, linguistici, ma anche comunicativi, espressivi. Tutti questi elementi, preziosi ai fini di una corretta traduzione, si perdono così per strada assieme al vero senso del tradurre un testo antico. Questo manualetto vuole fornire spunti di riflessione su queste tematiche, cercando di delineare – anche attraverso esempi tratti dalle letterature in lingua greca e in lingua latina – delle “buone pratiche” da seguire nell’affrontare la traduzione di testi di partenza antichi, e ponendo l’attenzione del lettore su elementi linguistici spesso poco considerati, ma invece della massima importanza per rafforzare le proprie competenze testuali al fine di restituire un testo di arrivo che sia il più corretto possibile. Ad accompagnare il lettore in questo percorso, una ricca e aggiornata bibliografia, e una sitografia particolarmente attenta ai progetti digitali attualmente presenti nel panorama internazionale per la fruizione delle opere greche e latine. SOMMARIO: Introduzione – 1.1. Tipi di testo – 1.2. Testo e contesto – 1.2.1. Gli elementi e le funzioni di un testo – 1.2.2. Il contesto – 1.3. Le regole del testo – 1.3.1. I sette requisiti di un testo: coesione, coerenza, intenzionalità, accettabilità, informatività, situazionalità, intertestualità – 1.3.2. I tre principi regolativi del testo: efficienza, effettività, appropriatezza – 1.4. La questione della trasmissione dei testi – 1.4.1. Dal testo orale al testo scritto – 1.4.2. Dal volume al codice – 1.4.3. Le epigrafi – 1.4.4. Vari tipi di scrittura greca e latina nella tradizione manoscritta – 1.4.5. I titoli sono sempre esistiti? – 1.4.6. Punteggiatura, diacritici e l’evoluzione della lettura endofasica – 1.4.7. Storie particolari di trasmissione manoscritta: i lirici greci; il Satyricon di Petronio; i frammenti di Varrone; La Pro Tullio di Cicerone. – 2.1. Anche i Greci e i Romani … facevano le versioni! – 2.1.1. Il concetto di traduzione nel mondo greco – 2.1.2. Il concetto di traduzione nel mondo romano – 2.2. Traduzione libera o traduzione letterale? Una questione antica – 2.2.1. Tra fedeltà e lealtà: la traducibilità – 2.2.2. Sull’equivalenza e l’adeguatezza: il traduttore tra destinatario e autore. – 3.1. Una prima lettura del brano: contestualizzare e decodificare le intenzioni dell’autore – 3.1.1. Il processo di decodifica nella comprensione del codice e dell’intenzionalità testuale – 3.1.2. Il processo di decodifica nella comprensione della coesione, situazionalità e intertestualità testuali – 3.1.3. Il processo di decodifica nella comprensione della coerenza, accettabilità e informatività testuali – 3.2. Una seconda lettura del brano: punteggiatura assente e restituita e l’uso di congiunzioni e connettivi – 3.2.1. Punteggiatura, particelle e intonazione – 3.2.2. Punteggiatura, particelle e ritmo – 3.3. Riletture continue. – 4.1. L’analisi sintattica. La sintassi del periodo – 4.1.1. Principali e secondarie – 4.1.2. Coordinazione, subordinazione e gradi della subordinazione. I connettivi, i complementari e i relativi – 4.1.3. La deissi e l’anafora – 4.1.4. L’anacoluto – 4.2. L’analisi sintattica. La sintassi della frase semplice – 4.2.1. Il sintagma – 4.2.2. Il principio di dipendenza dalla struttura. L’analisi dei costituenti immediati – 4.2.3. Sintagmi continui e sintagmi discontinui – 4.2.4. Le frasi nominali: l’ellissi del verbo – 4.2.5. Struttura profonda della lingua e ruoli tematici o semantici – 4.2.6. Ordine dei costituenti: un caso di morfosintassi – 4.3. L’analisi morfologica – 4.3.1. Accordo, concordanza e reggenza – 4.4. Il lessico e la semantica – 4.4.1. Repertorio linguistico e la variazione linguistica – 4.4.2. Il greco e il dialetto a fini programmatici – 4.4.3. Il latino e l’uso degli arcaismi – 4.4.4. L’hápax legómenon (gr. ἅπαξ λεγόμενον). – – Appendice. Anche l’intelligenza artificiale (ancora?) sbaglia – Bibliografia – Sitografia.Chiara Riccardi, laureata in Lettere Classiche e in Filologia, letterature e storia dell’antichità, ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze linguistiche, filologiche, letterarie e storico-archeologiche, presso l’Università degli Studi di Macerata con una tesi sperimentale in Sanscrito vedico. Docente a contratto di Glottologia e Linguistica, ha insegnato in diverse facoltà di Mediazione linguistica. Si è occupata anche di insegnamento di Italiano L2 nell’ambito di programmi per l’inserimento nel tessuto sociale e lavorativo delle persone, ed è tutor di Latino, Greco e Sanscrito.
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