Sandra Carapezza Collana: «Il Filarete. Pubblicazioni della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano» 268 SOMMARIO: Abbreviazioni — Introduzione — 1. Il novelliere senza cornice di Masuccio Salernitano – 2. La nobile brigata delle Porretane – 3. La novella fuori dal libro — 1. La facezia – 2. La narrazione del perfetto cortigiano – 3. La novella dentro e fuori dal genere — 1. La definizione di novella – 2. Le funzioni del libro di novelle – 3. Modalità introduttive – 4. La lingua lombarda – 5. Le strategie teatrali della narrazione — 1. La persistenza della tradizione: cornice rituale e pretesti di moralità – 2. Motivazioni gnomiche e topiche del novellare – 3. L’innesto del fiabesco – 4. La fiaba di Pietro Pazzo — 1. A’ lettori – 2. L’introduzione alle otto giornate – 3. La cornice – 4. Le novelle — 1. Ragionamento – 2. Dialogo – 3. Ragionamento delle corti – 4. Carte parlanti — 1. Cicalamenti – 2. Baie e Chiachiere – 3. Grilli – 4. Passerotti e Farfalloni – 5. Foglie – 6. Frutti e Seme — 1. La novella dentro il poema: Boiardo e Ariosto – 2. Digressione e unità dopo il Furioso – 3. Unità e molteplicità – 4. Le molte azioni di Rinaldo – 5. «Parte ad imitazion degli antichi e parte a quella de’ moderni»: Virgilio e la cavalleria – 6. Il travestimento — Riferimenti bibliografici — Indice dei personaggi e dei dedicatari — Indice dei nomi.Il Cinquecento è il secolo della codificazione dei generi, ma vi si dispiegano anche molteplici spinte all’ibridazione, soprattutto nell’ambito del comico. Il genere novellistico ne offre un chiaro esempio: fiabe, facezie, detti memorabili, motti piacevoli, ricordi, giochi, enigmi si affermano come fondamentale corollario dei novellieri, costringendo la cornice a dilatarsi oltre misura per accoglierli, oppure a dissolversi completamente, con la metamorfosi del libro di novelle in un originale aggregato di forme brevi. Inoltre, la novella penetra nei confini di altri generi letterari, come il trattato. Lo confermano opere molto diverse per scelte poetiche e intenzioni didattiche, quali il Cortegiano e i dialoghi di Pietro Aretino. Dalla fine del XV secolo, con Boiardo, la novella ha varcato anche il confine del poema, ma meno di cento anni dopo, con l’affermazione del principio dell’unità compositiva, ne viene estromessa, come attesta il Rinaldo tassiano. Solo un orizzonte più ampio e trasversale, che abbracci novelliere, trattato, dialogo e poema, consente di intendere compiutamente gli sviluppi della narrazione breve in un secolo fondamentale per l’evoluzione dei generi letterari in Italia. Sandra Carapezza (Garbagnate Milanese, 1978) ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Storia della lingua e della letteratura italiana ed è attualmente titolare di assegno di ricerca presso l'Università degli Studi di Milano, dove collabora con la cattedra di Letteratura italiana. Si è occupata di letteratura italiana delle Origini e del Cinquecento, in particolare del poema dantesco, della poesia didattica e del genere novellistico. Suoi saggi sono apparsi su «Acme», «Giornale storico della Letteratura italiana», «L'Alighieri», «Critica letteraria».
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