Ilaria Bruno La nascita del Ministero per i beni culturali e ambientali Collana: «Il Filarete. Pubblicazioni della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano» 272 SOMMARIO: Premessa 1. Il testo del decreto commentato – 2. Il dibattito al Senato e alla Camera – 2.1. Perché un decreto-legge? – 2.2. Il nuovo Ministero: davvero una ‘scatola vuota’? – 2.3. Il rapporto irrisolto tra Stato e Regioni 1. Gli anni della Commissione Franceschini (1964-1966) – 1.1. Nascono i «beni culturali» – 1.2. Problemi e soluzioni – 1.3. Beni ambientali e centri storici – 1.4. Nuove strutture per la tutela – 2. I primi anni Settanta: indagini tra gli addetti ai lavori – 3. Il tentativo fallito di un Ministero senza portafoglio 1. Le reazioni del mondo culturale alla nascita del Ministero – 2. I furti di opere d’arte e la situazione dei musei – 3. La salvaguardia del paesaggio e dei centri storici – 4. L’organizzazione del Ministero: i decreti delegati 1. Speranze di autonomia dopo l’istituzione delle Regioni (1970) – 2. La proposta di legge della Toscana – 3. Il caso dell’Emilia-Romagna 1. Dopo il 1975: riflessioni, pentimenti e ripensamenti – 2. Il lungo viaggio della tutela dal 1975 a oggi: ricordi e opinioni di Carlo Bertelli, Maria Luisa Dalai Emiliani, Andrea Emiliani, Maria Teresa Fiorio, Antonio Paolucci, Pietro Petraroia – 2.1. Gli anni della fondazione – 2.2. Giovanni Spadolini e il ‘suo’ Ministero – 2.3. Centro e periferia: il nodo Stato-Regioni – 2.4. 1975-2010: un bilancio Documenti Bibliografia Indice dei nomi.Tra il 1974 e il 1975 nasceva in Italia il Ministero per i Beni culturale e ambientali, per iniziativa di Giovanni Spadolini che ne fu il primo titolare. L’evento, di forte valenza simbolica, testimoniava l’attenzione crescente nel Paese per il patrimonio storico, artistico e ambientale, in quegli anni particolarmente vulnerabile a causa dell’espansione edilizia, dei furti, dell’incuria. Alla ricostruzione dell’iter parlamentare che condusse ad istituire la nuova struttura si affi anca l’analisi delle sue premesse storiche e culturali e dei dibattiti che essa suscitò. Se, negli anni Sessanta, i lavori preparatori della Commissione Franceschini si erano svolti nel clima di grande fervore intellettuale che si andava creando intorno alla questione della tutela dei beni storico-artistici, il tema avrebbe assunto, nel decennio successivo, un ruolo ancora più centrale, come testimoniano le molte voci alzatesi in difesa del patrimonio artistico e ambientale italiano sulla stampa periodica dell’epoca e nei programmi televisivi che la Rai dedicò all’argomento. Queste stesse fonti ci trasmettono anche le reazioni del mondo della cultura e dell’associazionismo di fronte al nuovo dicastero, così come le prese di posizione del ministro Spadolini. Le conseguenze sulle politiche di tutela che la sua scelta ha avuto nei decenni successivi sono qui illustrate dagli interventi di Carlo Bertelli, Marisa Dalai Emiliani, Andrea Emiliani, Maria Teresa Fiorio, Antonio Paolucci e Pietro Petraroia, protagonisti e testimoni, a vario titolo, di quegli anni cruciali. Ilaria Bruno (Milano, 1978), laureata in Lettere moderne presso l’Università degli Studi di Milano, si è diplomata alla Scuola di specializzazione in Storia dell’arte presso lo stesso ateneo, con una ricerca sulla nascita del Ministero per i Beni culturali e ambientali che, nel 2009, ha ricevuto il Premio Spadolini – Nuova Antologia. Insegna attualmente materie letterarie negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado.
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