Andrea Colli – Università degli Studi di
Cagliari Collana «Studi e Ricerche» SOMMARIO: Distinzione tra notitia intuitiva e notitia abstractiva – La conoscenza astrattiva: il De imagine – Il processo conoscitivo secondo Duns Scoto – Mutamento di ordine Tavole riassuntive - Testo: 1. La memoria è in possesso di una specie intelligibile anteriore all’atto di intellezione? - Note Tavole riassuntive - Testo: 2. La parte intellettiva dell’anima è causa totale della conoscenza? - Note Tavole riassuntive - Testo: 3. Quale tra intelletto e oggetto è la causa principale dell’atto conoscitivo? - Note Testo: 4. Nella mente umana esiste in modo distinto un’immagine della Trinità? - Note Enrico di Gand, Quodlibet V, quaestio 14 Goffredo di Fontaines, Quodlibet IX, quaestio 19 — Indice dei termini più significativi — Catalogo bibliografico dei testi citati nelle note .All’inizio del XIV secolo si sviluppano numerosi dibattiti filosofici che hanno lo scopo di ridefinire le strutture fondamentali del processo conoscitivo. Nozioni come imago, phantasma, phantasia, species, ereditate dalla tradizione peripatetica, sono messe in discussione e rilette alla luce di nuove ipotesi che vedono convergere differenti paradigmi di pensiero. Il De imagine (Ordinatio, liber I, dist. 3, pars 3) di Giovanni Duns Scoto costituisce un punto di vista privilegiato per rendersi conto delle proporzioni di queste discussioni, mostrando secondo differenti angolature la funzione centrale dell’immagine all’interno del processo conoscitivo. Le quattro quaestiones, in cui si articola questa parte dell’Ordinatio, si interrogano in particolare sulla natura e sull’esistenza delle species intelligibiles, sulla causalità parziale o totale dell’intelletto all’interno del processo conoscitivo, sul rapporto di priorità tra intelletto e oggetto e infine sulla possibilità che nella mente umana esista un’immagine distinta della trinità divina. L’articolata argomentazione delle proprie tesi, l’attenta critica alle opinioni altrui, in modo particolare di Enrico di Gand e Goffredo di Fontaines, le numerose auctoritates citate rendono dunque il testo di Scoto indispensabile non solo per comprendere la sua concezione gnoseologica, ma anche per osservare più complessivamente l’origine e le prospettive dei problemi filosofici che caratterizzano questa fase del pensiero tardo-medievale. In questa prospettiva, il volume non vuole essere unicamente una traduzione italiana dell’opera di Duns Scoto, bensì uno strumento adeguato per cogliere il suo modo di procedere e il contesto culturale cui si riferisce. Oltre all’introduzione, sono stati pertanto inseriti alcuni apparati critici (tavole riassuntive, note, indici), una trascrizione della quaestio 14 del Quodlibet V di Enrico di Gand e della quaestio 19 del Quodlibet IX di Goffredo di Fontaines, che semplificano la comprensione del testo, rendendolo particolarmente indicato per la ricerca e la didattica. Andrea Colli, laureato in Filosofia all'Universitą degli Studi di Milano, ha conseguito il dottorato all'Universitą degli Studi di Firenze e all'Albert-Ludwigs Universität Freiburg. Tra le sue pubblicazioni, Tracce agostiniane nell'opera di Teodorico di Freiberg (Milano 2010), Teodorico di Freiberg. L'origine delle realtą predicamentali (Milano 2010), Intellectus agens als abditum mentis. Die Rezeption Augustins in der Intellekttheorie Dietrichs von Freiberg (Theologie und Philosophie, Frankfurt 2011).
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