Paolo Plebani – Università degli Studi di
Milano SOMMARIO: Premessa – 1.1. Torbido, Aretino e Vasari – 1.2. Un celebre ricamatore: Paolo da Verona – 1.3. Pisanello tra Torrentiniana e Giuntina – 1.4. La fama sovraregionale di Giovanni da Verona – 1.5. Panoramica sulla Giuntina – 1.6. Una copia veronese del Cenacolo leonardesco – 2.1. La vita dei veronesi nel contesto della Giuntina – 2.2. Informatori veronesi di Vasari – 2.3. L’impianto della vita – 2.4. Il ritratto di Liberale e la Veritas filia Temporis – 2.5. Una biografia erudita: fra Giocondo – 2.6. Intermezzo belliniano – 2.7. Tra Siena e Verona: itinerario di Liberale Bonfanti – 2.8. Appunti sulla vita di Giovan Francesco Caroto – 2.9. Giovanni Caroto pittore e antiquario – 2.10. Ritratti di Francesco Torbido – 2.11. Battista del Moro prima dell’egemonia veronesiana – 2.12 Un pittore mantovano: Francesco Bonsignori – 2.13. La difficile vicenda critica di Domenico Morone – 2.14. Topografia moroniana – 2.15. Cavazzola, tra storia e leggenda – 2.16. Un mediocre pittore, un eccellente architetto – 2.17. Spunti sulla famiglia Dai Libri – Nota editoriale – Vite di fra’ Iocondo e di Liberale e d’altri veronesi – Commento secolare – Guglielmo Della Valle, Prefazione (1792) – Gaetano Milanesi, Commentario alla vita di fra Giocondo veronese. Di fra Giovanni da Verona maestro d’intaglio e di tarsia (1880) – Giuseppe Fiocco, Introduzione (1915) – Riferimenti bibliografici – Indice dei nomi.Le Vite di Giorgio Vasari sono una fonte particolarmente importante per l’arte veronese del Rinascimento. Le frammentarie informazioni sull’argomento disseminate nella prima edizione, la cosiddetta Torrentiniana (1550), sono riviste e aumentate in modo considerevole nella seconda, la Giuntina (1568). Il nuovo materiale radunato da Vasari attraverso l’aiuto di alcuni informatori o raccolto nel corso del suo breve soggiorno in città nel maggio del 1566 confluisce nella biografia dell’architetto Michele Sanmicheli e alimenta un ampio capitolo intitolato Vite di fra’ Iocondo e di Liberale e d’altri veronesi che, riunendo le biografie di ben quindici artisti attivi tra il Quattrocento e la prima metà del Cinquecento, si può considerare il primo tentativo di tracciare un profilo della storia artistica cittadina. Il libro presenta una rilettura criticamente aggiornata di quest’ultimo testo, operando un continuo confronto con le altre informazioni sui veronesi contenute nella Giuntina e con quelle in precedenza riversate nella Torrentiniana, nella prospettiva di un approccio alle pagine vasariane attento a individuarne le possibili fonti e i legami con la letteratura artistica, ma anche a verificarne la fortuna. In questo senso, una specifica attenzione è riservata al patrimonio di notizie, precisazioni, ipotesi di ricerca prodotto in quasi due secoli e mezzo di commenti al testo di Vasari; tale materiale è ordinato all’interno di un «Commento secolare» che, oltre a recuperare agli studi un bagaglio informativo spesso sottovalutato, offre l’opportunità di ripercorrere agevolmente la ricezione di questo capitolo delle Vite. Paolo Plebani (Bergamo, 1973) ha frequentato la Scuola di Specializzazione in Storia dell’arte dell’Università degli Studi di Milano e conseguito il Dottorato di ricerca in Storia e critica dei beni artistici e ambientali presso il medesimo ateneo. Si occupa prevalentemente di argomenti di storia dell’arte lombarda e veneta del Cinquecento.
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