Cristina Zampese – Università degli Studi di
Milano Collana «Palinsesti. Studi e Testi di Letteratura Italiana» SOMMARIO: Premessa - 1. I Carmina: l’approdo - 2. Verso i Carmina: dai lusus giovanili ai Poemata - 3. In tipografia - 4. Lettori nel tempo - 5. La Blenio del Seicento cantata in esametri - Bibliografia - Indice dei nomi.Il volume approfondisce l’indagine sulla raffinata produzione neolatina di Berardino Rota, poeta napoletano del Cinquecento, che l’autrice ha da tempo intrapreso con l’edizione commentata dei Carmina e con successivi contributi. La ricerca ricostruisce dapprima le linee di un percorso che, attraverso un lungo affinamento della lingua e dello stile, aveva portato il Rota a risultati di notevole rilievo, partendo da alcuni carmi estravaganti e da un significativo manipolo di lusus iuveniles affidato a una miscellanea del 1554, primo nucleo di quella che nel 1567 sarebbe diventata l’ampia silloge dei Poemata. Vengono altresì indagate le modalità e le motivazioni di poetica della successiva, profonda rielaborazione, che portò nel 1572 all’edizione dei Carmina, curata dall’autore; e viene sollevata la questione, significativa per la filologia dei testi a stampa, di alcuni guasti testuali prodotti da una evidente e in definitiva inspiegabile accelerazione del lavoro in tipografia. Nella seconda parte, lo studio getta uno sguardo in avanti su lettori e postillatori delle opere di Rota, soffermandosi in particolare sulle tracce dell’umanista bresciano Bartolomeo Arnigio, personaggio curioso e discusso del secondo Cinquecento. Da qui, a saggiare in tutt’altro ambito la vitalità di un latino ancora espressivo ed esuberante, si prende in esame il Liber Hexametrorum di un parroco ticinese del Seicento, Giacomo Genora, entusiasta ma anche ironico cantore della sua valle di Blenio. Cristina Zampese insegna Letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Milano. Si interessa principalmente di letteratura dal Tre al Cinquecento, anche latina (edizione dei Carmina di B. Rota, 2007; Tevere e Arno. Studi sulla lirica del Cinquecento, 2012), e in particolare di intertestualità e di semantica («Or si fa rossa or pallida la luna». La cultura classica nell’«Orlando innamorato», 1994; saggi su Dante, Petrarca, Sacchetti, Ariosto, i Promessi sposi). Si è occupata del pensiero critico di E. Bigi, curando i volumi Emilio Bigi e gli studi di stilistica storica (2010), Una vita più vitale (2011) e la riedizione del commento al Furioso (2012).
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