Riccardo Sartori – Università degli Studi di
Verona
Collana «Metodo» SOMMARIO: Introduzione e premessa teorica 1. Contesto teorico del gioco in formazione: pezzi di puzzle: 1.1. Giocando s’impara: quale storia! - 1.2. I giochi: strumenti 2. Proposte formative game-based: 2.1. Formazione attraverso giochi di simulazione e business game in Italia - 2.2. I punti di riferimento game-based negli altri Paesi 3. Il linguaggio come struttura e l’evoluzione generativa: 3.1. La linguistica di Ferdinand De Saussure - 3.2. La risposta Chomskiana, per una lingua dei giochi 4. Il parco dei giochi da tavolo: 4.1. Per una classificazione di riferimento - 4.2. Come si valuta la qualità di un gioco - 4.3. Intuire affinità: il gioco adatto alla formazione 5. Il linguaggio strutturale dei giochi: 5.1. Il linguaggio verbale per un linguaggio dei giochi 6. Utilizzare il linguaggio strutturale dei giochi (lsg): i diagrammi rappresentativi: 6.1. Tradurre LSG in diagramma rappresentativo - 6.2. DPF e DMI: alcuni giochi più complessi, ad esempio - 6.3. Tradurre percorsi formativi in LSG 7. Game-based learning utilizzando lsg: 7.1. Memoria e apprendimento per vasche da bagno - 7.2. Ethos Gain - 7.3. Palos de la Frontera — Conclusioni — Bibliografia — Appendice — Figure del Capitolo 6 — Figure del Capitolo 7 — Regolamento parziale di Ethos Game.La formazione è qualcosa che il formatore fa con le sue azioni di insegnamento, didattica e trasferimento di informazioni e conoscenze; eroga per mezzo di metodi più o meno attivi o passivi come la lezione, la discussione di gruppo o le esercitazioni; fa fare ai formandi mediante role-play, simulazioni e giochi. Questo libro tratta della funzione del gioco nella formazione degli adulti. Per gioco intendiamo proprio il gioco da tavolo, board-game nel linguaggio anglosassone. Quali sono i presupposti perché un gioco siffatto possa assumere una valenza formativa ed essere inserito in un percorso formativo? Come può essere perseguito un obiettivo formativo tramite un gioco da tavolo? Come si può tradurre un percorso formativo, o parte di esso, in un gioco da tavolo? Ma soprattutto, quale ruolo conviene che assuma il formatore che decidesse di introdurre un gioco da tavolo in un percorso formativo? A queste ed altre domande il testo dà delle risposte. Cercando nel contempo di porsi come uno strumento tecnico che faccia capire l’importanza di pianificare adeguatamente l’inserimento di un gioco da tavolo in percorsi formativi, e di come il gioco debba essere progettato attentamente affinché assuma valenza formativa e non risulti, invece, una perdita di tempo per tutti, formatore e formandi. Riccardo Sartori è ricercatore in Psicologia del lavoro e delle organizzazioni e insegna Psicologia del lavoro e delle organizzazioni e Psicologia della formazione presso il corso di laurea triennale in Scienze della formazione nelle organizzazioni dell’Università degli Studi di Verona; nonché Psicologia della formazione continua presso il corso di laurea magistrale in Formazione e sviluppo delle risorse umane della stessa Università. Massimo Gatti si è laureato presso la facoltà di Scienze della formazione dell’Università degli Studi di Verona. Coordina una comunità per disabili della Cooperativa sociale "Filo continuo" di Verona della quale è consigliere di amministrazione. Sceneggiatore di “giochi intelligenti” da più di vent’anni, progetta board-game formativi.
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