Giuseppe Alonzo – Università degli Studi di Milano
Collana «Palinsesti. Studi e Testi di Letteratura Italiana» 6 SOMMARIO: Introduzione — Profilo biografico e tipografico — Le poesie dentro e fuori le Rime — Le lettere dedicatorie — Tracce di un Discorso intorno l’uso della z in vece di t — Nota al testo — Rime di Piotigero Laltimera — Indice dei nomi Fino al 1646, la tipografia milanese di Gio. Pietro Ramellati, ubicata in Contrada dei Mercanti «al Segno del Sole», non si era discostata di molto dalle consuetudini editoriali dell’epoca. Ai manualetti di più occasionale consumo religioso e di più sicuro guadagno, Ramellati aveva accompagnato impegnative pubblicazioni di eruditi di alto profilo, distinguendosi per il saggio uso di rari caratteri ebraici ed arabi e per le rilevanti committenze dell’Accademia Ambrosiana e della burocrazia spagnola. Per gli avantesti di molte di queste pubblicazioni, anche minime, Ramellati aveva elaborato ampollose dedicatorie e divertiti versi d’encomio, seguendo un’inflazionata quanto obbligata moda contemporanea. Nel 1646, ricorrendo ai tipi della propria stessa bottega, Gio. Pietro decise di ripubblicare queste sue composizioni in un libro tutto suo, intitolandolo Rime. Si tratta di una raccolta di poesie e prose epistolari che, abbandonato il loro ruolo di soglia paratestuale, diventano il testo, anzi un corpus di componimenti incaricato di esibire le velleità letterarie e le conoscenze accademiche del typographus che vuol farsi auctor. Lo pseudonimo dietro il quale Ramellati cela se stesso fin dal frontespizio non è che un espediente per ostentare la propria autopromozione accademico-letteraria, e per accompagnare l’informato lettore in una serie di sorprendenti cortocircuiti d’identità che rivelano l’innovazione sottesa alla sua operazione editoriale Giuseppe Alonzo è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Studi letterari, filologici e linguistici dell’Università degli Studi di Milano. Oltre a vari articoli, ha al suo attivo alcuni volumi (Periferia continua e senza punto. Per una lettura continuista della poesia secentesca, 2010; l’edizione del Ritratto del Serenissimo don Carlo Emanuello del Marino, 2011; un’antologia commentata delle opere mariniane, curata insieme a Giorgio Bárberi Squarotti, 2012). I suoi studi si concentrano attualmente sulla ricezione milanese del secentismo italiano.
A - B - C - D - E - F - G - H - I - J - K - L- M - N - O - P - Q - R - S - T - U - V - W - Z |