Chiara Cedrati – Università di
Milano Collana «Palinsesti. Studi e Testi di Letteratura Italiana» 9 SOMMARIO: Premessa — Nota bibliografica — Il magistero dantesco — Esperienze frugoniane nella lirica — Tra Rime e Misogallo: Alfieri antifrancese — Le virtù sconosciute — Le bozze di stampa dell’edizione Kehl delle Rime presso la Biblioteca Forteguerriana di Pistoia — Alfieri e il suo «Aristarco»: Agostino Tana — Indice dei nomi. I contributi qui raccolti, stimolati dalle ricerche condotte parallelamente alla stesura di un commento al corpus lirico di Vittorio Alfieri, affrontano la biografia e l’opera del poeta per problemi specifici e secondo un taglio di volta in volta interpretativo, storico o filologico. L’indagine dei debiti che lo scrittore contrasse con gli autori del passato e del proprio tempo trova spazio nei primi due saggi, dedicati rispettivamente a esaminare, da un lato, la ricezione di Dante quale modello riconosciuto di eccellenza poetica e sommo esempio di ‘letterato sprotetto’ nonostante il giudizio generalmente negativo espresso nel Settecento e, dall’altro, l’influenza, sistematicamente circoscritta e rimossa, dell’esperienza poetica di Carlo Innocenzo Frugoni sulla lirica alfieriana. Mentre il terzo contributo punta a cogliere, tra idealità politiche deluse e inesausta tensione antitirannica, un’istantanea dell’Alfieri antifrancese così come viene trasmessa dai sonetti e dagli epigrammi del Misogallo e delle Rime, il saggio seguente si sofferma sulle vie con cui, secondo lo scrittore, l’uomo interiormente libero possa vivere in un’epoca in cui l’azione eroica è impossibile e sulla conseguente necessità per il poeta-vate di eternare la virtù esistita in potenza e rimasta sconosciuta per la corruzione dei tempi. Dopo aver esplorato un passaggio sinora ignoto nella complessa storia editoriale delle Rime stampate a Kehl attraverso la descrizione delle bozze conservate presso la Biblioteca Forteguerriana di Pistoia, il volume si chiude con l’analisi del rapporto di amicizia e rivalità instauratosi tra Alfieri e il suo «maestro» Agostino Amedeo Tana negli anni dell’apprendistato letterario e poi della comune discesa nell’arengo tragico. Chiara Cedrati ha conseguito il Dottorato di ricerca in Italianistica presso l’Università degli Studi di Milano. Si occupa prevalentemente di letteratura del Settecento e in particolare di Vittorio Alfieri, al quale ha dedicato vari contributi comparsi in rivista e in Atti di convegno. Ha inoltre curato con Carla Forno il volume Alfieri fra Italia ed Europa. Letteratura Teatro Cultura (2011). Prepara un’edizione commentata delle Rime alfieriane.
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