Stefano Cera
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SOMMARIO: Prefazione – Introduzione – : 1.1. Gli elementi dell’escalation - 1.1.1. La creazione dell’immagine del nemico - 1.2. Il modello teorico del concetto di escalation - 1.3. Gli errori compiuti nella gestione dell’escalation - 1.3.1. La necessità della prevenzione. – 2.1. Introduzione - 2.1.1. La situazione nel Sudan - 2.1.2. Il Darfur 2.2. Gli anni ’80-’90 - 2.2.1. L’arabismo - 2.2.2. La risposta delle etnie africane: il Libro Nero - 2.2.3. Gli scontri con le popolazioni africane - 2.3. Le milizie dei janjaweed - 2.4. I ribelli - 2.4.1. Il Sudan Liberation Army/Movement (SLA/M) - 2.4.2. Justice and Equality Movement (JEM) - 2.4.3. Valutazione d’insieme dei movimenti d’opposizione - 2.5. La posizione del governo - 2.5.1 La guerra - 2.6. Le caratteristiche del conflitto - 2.6.1. Divisioni all’interno dei movimenti ribelli - 2.6.2. Influenze interne - 2.6.3. Influenze esterne - 2.7. Conseguenze del conflitto - 2.8. Le opportunità per la soluzione diplomatica - 2.8.1. I tentativi negoziali a livello locale - 2.8.2. La mediazione del Chad - 2.8.3. I negoziati sotto l’egida dell’Unione Africana - 2.8.4. Le condizioni per rendere efficace il negoziato - 2.9. La risposta internazionale - 2.9.1. La missione di pace dell’Unione Africana - 2.9.2. L’approccio dei principali paesi alla crisi del Darfur - 2.9.3. L’approccio delle Nazioni Unite - 2.9.4. Le possibilità alternative - 2.10. Il Darfur Peace Agreement - 2.10.1. Il settimo round dei colloqui di Abuja (dal novembre 2005) - 2.10.2. Termini dell’accordo - 2.10.3. Valutazione d’insieme - 2.10.4. Le conseguenze della mancata firma da parte di tutte le forze ribelli - 2.10.5. La questione della presenza di truppe ONU - 2.11. Conclusione: Rappresentazione dello schema negoziale dal febbraio 2003. – 3.1. Introduzione - 3.1.1. Introduzione «storica» del conflitto in Cecenia - 3.1.2. Introduzione «tecnica»: Le crisi con sequestro di ostaggi - 3.2. La prima guerra cecena - 3.2.1. Il sequestro degli ospedali a Budjonnovsk e Kizlyar - 3.2.2. La fine della guerra - 3.3. La seconda guerra cecena - 3.3.1. Il governo di Mashkadov - 3.3.2. Gli attentati dell’estate 1999 - 3.4. La questione cecena - 3.4.1. La struttura sociale cecena - 3.4.2. I protagonisti della scena politica cecena - 3.4.3. Le caratteristiche del terrorismo ceceno - 3.4.4. La politica di Putin - 3.4.5. Le opportunità per il dialogo - 3.5. Le caratteristiche del conflitto - 3.5.1. La questione cecena è un conflitto etnico - 3.5.2. Il conflitto politico - 3.5.3. La cause interne - 3.5.4. L’internazionalizzazione del conflitto ceceno - 3.5.5. La creazione dell’immagine del nemico da parte russa - 3.6. Il sequestro del teatro Dubrovka - 3.6.1. Cronologia degli eventi - 3.6.2. Il commando ceceno - 3.6.3. La posizione del governo russo - 3.6.4. Valutazione della soluzione di forza - 3.6.5. Valutazione della mancata soluzione negoziata - 3.6.6. Elementi che avrebbero potuto favorire una soluzione diversa - 3.6.7. Conclusioni su Dubrovka - 3.7. Il sequestro della scuola di Beslan - 3.7.1. Il periodo tra Dubrovka e Beslan - 3.7.2. Cronaca del sequestro - 3.7.3. Il commando dei terroristi - 3.7.4. Posizione del governo russo - 3.7.5. Valutazione della soluzione di forza - 3.7.6. Valutazione della mancata soluzione negoziata - 3.7.7. Conclusioni su Beslan - 3.8. Valutazioni complessive sui due casi - 3.8.1. Separatisti ceceni: Punti in comune ed elementi di differenza tra Dubrovka e Beslan - 3.8.2. L’escalation nel conflitto ceceno - 3.8.3. La natura del negoziato a Dubrovka e Beslan - 3.9. La situazione politica cecena dal 2004 - 3.9.1. L’uccisione di Mashkadov - 3.9.2. Il dopo-Mashkadov - 3.9.3. La morte di Basaev - 3.9.4. Le opportunità future. – 4.1. Elementi in comune - 4.2. Principali differenze – Bibliografia – Sitografia rilevante.Come
si sviluppano i conflitti nell’arena della politica internazionale? E quali
sono i meccanismi e le dinamiche che determinano la loro escalation? Esistono
modalità «alternative» (all’uso della forza) per la loro
risoluzione? E quali spazi ci sono per l’intervento della comunità
internazionale? Queste sono alcune delle domande rispetto alle quali il volume
cerca di fornire spunti di riflessione e risposte, attraverso la «lettura»
dal punto di vista storico e la «rilettura» secondo le teorie e le
tecniche della trasformazione dei conflitti, di due importanti crisi degli ultimi
anni: il conflitto nel Darfur e la guerra in Cecenia. Il conflitto nella regione
occidentale del Sudan viene conosciuto a livello internazionale solo a partire
dal 2003 (è stato definito «il disastro umanitario più grave
del mondo»). In realtà esso è la conseguenza di una dinamica
che si protrae da molto tempo e che ancora nasconde aspetti controversi sul ruolo
dei protagonisti (il governo di Khartoum, le milizie arabe dei janjaweed, i movimenti
di opposizione), anche rispetto alle prospettive negoziali in vista di una soluzione
alternativa. Il conflitto in Cecenia segue parimenti una dinamica storica (le
secolari tensioni tra russi e ceceni) e costituisce un tratto caratteristico della
regione caucasica. Esso raggiunge il culmine dell’escalation dopo la fine
dell’Unione Sovietica. In questo quadro sono avvenuti negli ultimi anni due
sequestri che hanno segnato la svolta nel conflitto: quello del teatro Dubrovka
a Mosca (ottobre 2002) e quello della scuola di Beslan (settembre 2004).
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