Filosofie sull'Attore Collana: «Le Forme del Sentire. Strumenti» 1 SOMMARIO: Premessa (K. L. Angioletti) - 1.1. Rappresentare le passioni – 1.2. La finzione teatrale, specchio da non temere – 1.3. Il gesto, la voce, il corpo dell’attore (cosa possiamo imparare dall’arte teatrale degli antichi) - - - - - 6.1. Introduzione – 6.2. Sull’attore: Da una «filosofia dell’arte » di Georg Simmel - - 8.1. L’attore – 8.2. Superamento dei dialoghi – 8.3. La voce – 8.4. Oltre il testo – 8.5. Il tempo del non attore – 8.6. Lo spazio – 8.7. Il paradosso dell’irrappresentabile - 9.1. Artaud attore; Artaud e l’attore – 9.2. Attore violento o attore crudele? Sarah Kane «incontra» Artaud – 9.3. Il Teatro dell’Elfo incontra Sarah Kane – 9.4. Intervista a Elio De Capitani, Milano, 16 maggio 2009 – 9.5. Intervista a Elena Russo Arman (Cate), Milano, 4 novembre 2008 – 9.6. Intervista ad Andrea Capaldi (il Soldato), Milano, 4 novembre 2008 – 9.7. Intervista a Paolo Pierobon (Ian), Milano, 7 novembre 2008 - - - 12.1. Morfogenesi del paradosso – 12.2. Una sintassi del levare – 12.3. Dunque, l’attore è nudo - Bibliografia - Indice dei nomi - Gli Autori.L’attore si pone quale perno dello spettacolo teatrale, assumendo nel corso dei secoli funzioni le più diverse, eppure rimanendo sempre protagonista irrinunciabile di un’arte che sulla sua carne, sull’irripetibilità del suo gesto, sul suono della sua voce si fonda. Attore è il comico dell’Arte, che trova nei complessi equilibri dell’improvvisa il proprio modus operandi, ma attore è anche il Grande Attore di ottocentesca memoria, che asservisce alla propria presenza scenica il testo drammaturgico; attore è il mediatore che, nel XX secolo, docile strumento nelle mani del regista, si dona al pubblico quale componente fra le molte dello spettacolo; attore è il performer che non si riconosce in alcuna tradizione e che indaga nuove vie per una rifondazione del teatro; attore è il professionista della scena, come pure l’uomo che pone se stesso, in qualità di referente segnico, dinnanzi a un pubblico che osserva. Demiurgo o supermarionetta, obbediente manifestazione dell’altrui volontà coordinante o soggetto di espressione estemporanea e impulsiva, l’attore domina la riflessione sul teatro almeno a fare data dal diciottesimo secolo, imponendosi all’attenzione di teorici, critici e filosofi quale oggetto primo di un’indagine che del teatro voglia scoprire e analizzare le basi portanti. Questo volume prende in esame alcuni fra i momenti più significativi della riflessione sulla figura dell’attore, dal Settecento ai giorni nostri. La raccolta, ben lungi dal porsi quale sintesi definitiva, intende piuttosto aprire lo sguardo a nuove suggestioni e suggerire alcuni fra gli infiniti punti di vista dai quali può essere considerata una fra le più affascinanti professioni, problematica intersezione di etica ed estetica, arte e tecnica, verità e finzione. Katia Lara Angioletti è dottore di ricerca in Discipline del cinema e del teatro. Collabora con il Dipartimento di Storia delle Arti, della Musica e dello Spettacolo dell’Università degli Studi di Milano e con il Dipartimento di Storia delle Arti e dello Spettacolo dell’Università degli Studi di Firenze. Ha pubblicato, oltre ad articoli e saggi concentrati prioritariamente sul teatro fra Otto e Novecento, la monografia Il Poeta a teatro: Gabriele d’Annunzio e la riforma della scena drammatica (Milano, Cuem, 2010).
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