Elisa Gambaro Collana:
«Il Filarete. Pubblicazioni della Facoltà di Lettere e Filosofia
dell’Università degli Studi di Milano» 266 VOLUME ESAURITO - DISPONIBILE LA VERSIONE DIGITALE
SOMMARIO: 1. Tra biografia e leggenda: il caso letterario di Fatalità – 2. L’invadenza dell’io – 3. I furori dell’apostrofe – 4. Le voci dell’autorappresentazione – 5. Ritrattistica e proiezione dell’io – II. Le tecniche della memorabilità cantabile: 1. «Un difetto più particolarmente femminile» – 2. La compagine strofica – 3. Misure versali: la struttura dell’endecasillabo – 4. Altre tipologie prosodiche: un vincolo di genere – 5. L’esperimento versoliberista di Senza ritmo – III. Iconografie sociali: 1. Tra fermenti populisti e verismo sociale: il caleidoscopio del proletariato – 2. La fascinazione minacciosa della fabbrica – 3. Gli eroi e i vinti: la contraddittoria rappresentazione della plebe – 1. La mediazione giornalistica – 2. Solitudine femminile e militanza femminista – 1. Da Le solitarie a Sorelle: un repertorio di ritratti muliebri – 2. Le vie dell’intrattenimento agevole – 3. Il colloquio preferenziale con le lettrici – 4. Le infrazioni dell’etica sessuale – 5. Tecniche ritrattistiche – 6. L’evanescenza negativa delle figure virili – VI. Il romanzo autobiografico: 1. Stella mattutina: il «piccolo romanzo lirico» – 2. Il vagheggiamento regressivo – 3. Lo stile del lirismo romanzesco – Nota bibliografica – Indice dei nomi.Per qualche decennio, Ada Negri è stata la più celebre poetessa italiana. Dai versi di vibrante protesta sociale e fascinosa allusività autobiografica che sul finire dell’Ottocento la resero nota come «la vergine rossa», all’onore dell’Accademia d’Italia – prima e unica donna –, fino all’oblio pressoché totale, la parabola dell’autrice di Lodi conserva ancora oggi acuti motivi di interesse critico. Abilissima nel calibrare fermenti di novità e modelli retorici tradizionali, la Negri compensa la diffidenza dei letterati ufficiali con il consenso vasto di un pubblico non umanisticamente educato che, nell’Italia giolittiana e poi fascista, ne apprezza le risorse espressive e l’efficacia rappresentativa. Sullo sfondo del contesto storico culturale della «capitale morale», il libro indaga le scelte morfologiche, le opzioni metriche e stilistiche, le tecniche compositive di volta in volta esperite: ad essere illuminato è un percorso artistico tanto più estraneo al modernismo novecentesco quanto più incline a captare le suggestioni tematiche e figurative diffuse presso la platea dei lettori e delle lettrici del nuovo secolo. Il vigore declamatorio, l’orecchiabilità ritmica e l’iconografia seduttiva dei primi libri poetici, Fatalità (1892) e Tempeste (1895), riecheggiano le note del verbo socialista, mentre le sillogi in prosa dei decenni successivi (Le solitarie, 1917; Finestre alte, 1923; Le strade, 1926; Sorelle, 1929), frutto di un’infaticabile attività pubblicistica, esibiscono la varietà tipologica della narrazione a misura breve, componendo un originale repertorio di ritratti femminili. Infine, la trasfigurazione candida e spregiudicata della propria leggenda nel romanzo auto biografico, Stella mattutina (1921), compendia, con cangiante ambiguità, i caratteri costitutivi di una produzione interamente giocata su un acceso protagonismo d’autore. Elisa Gambaro (Milano, 1975) ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia della lingua e della letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Milano. Attualmente è assegnista presso il Centro APICE e collabora con la cattedra di letteratura italiana contemporanea. Ha svolto indagini critiche su poeti e narratori del secondo Novecento, fra cui Franco Fortini, Elsa Morante, Giosue Bonfanti. Suoi saggi sono apparsi su «Culture», «L’ospite ingrato», «Oltrecorrente», «Tirature».
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