Giuliana Mancuso SOMMARIO: Presentazione - 1. Un nuovo puzzle - 2. Il contesto jenese - 3. I Beiträge - 3.1. Conoscenza e morale: due modi diversi dell'oggettivazione - 3.2. Un saggio di psicologia trascendentale - 1. Un esame difficile - 2. Un nuovo trattato sul metodo - 2.1. La filosofia e i saperi - 2.2. Le principali linee metodologiche della filosofia contemporanea - 2.3. Il metodo trascendentale - 2.3.1. La regressività e il criterio logico-oggettivo - 2.3.2. La pretesa critica e la formalità dei principi - 2.3.3. Lo status delle condizioni di possibilità della scienza - 2.3.4. L'Ausgangsdatum - 2.4. Il metodo psicologico - 2.5. Il metodo noologico - 2.5.1. Alla filosofia non si dà alcuna evidenza prima - 2.5.2. La filosofia come "metafisica critica" - 2.5.3. Inadeguatezza del metodo trascendentale e del metodo psicologico - 2.5.4. La correlazione di oggettività e soggettività - 2.5.5. Arbeitswelt e geistige Lebensform - 2.5.6. La regressività del metodo noologico - 3. Lo scritto sul metodo: bilancio - 1. Da Jena a Monaco: un brusco epilogo e un lungo riassestamento - 2. La Logik I - 2.1. Struttura e contenuti - 2.2. Con Cohen oltre Kant: la logica trascendentale di Scheler - 2.2.1. La x di una equazione matematica - 2.2.2. Non fondamenti ma fondazioni - 2.2.3. Cominciare con il pensiero - 2.2.4. Giudizio, concetto, categoria - 2.3. Idealismo logico - 2.3.1. Idealismo senza soggetto - 2.3.2. La regressività del metodo: dal fatto della scienza alle sue condizioni di possibilità - 2.3.3. Momento intuitivo e momento concettuale della conoscenza - 2.4. Il confronto con Husserl - 2.4.1. Un'"ampia divergenza" - 2.4.2. La "meritoria attenzione" di Husserl - 2.4.3. Husserl "platonista logico", nonché "psicologista" - 2.4.4. Husserl, Schröder e l'impossibilità del calcolo intensionale - 2.4.5. Il confronto con Husserl nella Logik I: bilancio - 1. La svolta kantiana: dal pensiero di sostanza a quello di funzione - 2. Scheler allievo di Eucken - 3. Scheler neokantiano - 1. Neokantismo e fenomenologia - 2. La critica al formalismo etico - 3. Antropologia e metafisica - 3.1. Metafisica come meta-antropologia - 3.2. L'uomo come forma spirituale di vita - 3.3. Il prima nel dopo -Con la pubblicazione del Formalismusbuch e la proposta di un'etica materiale dei valori, Max Scheler (1874-1928) si impose come esponente di punta della fenomenologia di impronta realistica, raggiungendo in vita una popolarità più ampia di quella goduta dallo stesso Husserl. Tuttavia, egli aveva esordito sulla scena filosofica tedesca di fine Ottocento con una serie di scritti di impostazione neokantiana, e tale restò il suo quadro concettuale di riferimento almeno fino al 1906. Di questa fase giovanile ci si è occupati ben poco e, perlopiù, con l'unico obiettivo di individuarvi i temi interpretabili come avvisaglie della successiva 'conversione alla fenomenologia'. Così, il neokantismo che informa la prima produzione scheleriana è rimasto una nozione vaga, non tematizzata in quanto tale. Il libro specifica questa nozione attraverso l'esame dei testi giovanili, dei loro più significativi debiti teorici (nei confronti di Eucken, Windelband e soprattutto Cohen) e delle questioni teoriche in essi affrontate: che rapporto c'è tra conoscenza e morale? Se la filosofia ha come oggetto la molteplicità dei saperi, qual è il metodo che la può specificare in quanto metariflessione? Quale logica presiede all'oggettività conoscitiva? Le risposte del giovane Scheler - che in una incompiuta Logik arriva a vestire i panni dell'idealista logico e ad accusare di psicologismo lo Husserl autore delle Logische Untersuchungen -, mostrano come il suo pensiero fosse radicato all'interno del paradigma inaugurato da Kant e sviluppato dal neocriticismo: un paradigma del quale egli accolse la strumentazione concettuale, pur problematizzandola, per lavorare dall'interno alle linee di tensione dell'impostazione trascendentale. L'analisi di due luoghi celebri della filosofia scheleriana della maturità (la riforma fenomenologica dell'a priori che sta a fondamento della critica al formalismo etico e la tarda riflessione metafisico-antropologica) coglie, infine, la presenza operativa di elementi teorici riconducibili al neokantismo giovanile. Giuliana Mancuso (Carate Brianza, 1975) ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca presso l'Università di Torino e attualmente è assegnista all'Università degli Studi di Milano. È autrice di traduzioni e saggi critici che hanno per oggetto la filosofia tedesca tra Ottocento e Novecento, con particolare attenzione al pensiero di Max Scheler, al neokantismo marburghese e alla fenomenologia.
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